Evoluzione e genetica

La lateralizzazione del gesto e del pensiero risale, probabilmente, molto lontano nella nostra storia.

Si è potuto dimostrare, grazie allo studio delle impronte delle mani sui muri delle caverne, che nell’uomo preistorico esisteva la lateralizzazione. Quest’ultima corrisponde, evidentemente, alla mano che non lavora, e spesso è la sinistra.

L’usura degli attrezzi porta anche traccia delle abitudini, sia nella caccia sia nella vita domestica. Secondo le società e le epoche, i mancini si trovano più o meno ben rappresentati.

Erano circa il 3% all’inizio del secolo. Oggi raggiungono l8% in Asia, il 10% in Europa e ancora di più negli Stati Uniti.

Ma, dappertutto, i destri restano la maggioranza. Come spiegare questo fenomeno? Senza dubbio c’è un’influenza genetica.

Il rischio di avere un bambino mancino raddoppia se uno dei due genitori è mancino. Ma l’eredità non fa tutto. Per esempio, si osserva che il 20-25% dei gemelli omozigoti non hanno la stessa mano dominante, a dispetto di un codice genetico perfettamente identico.

Si deve quindi tener conto delle pressioni familiari, sociali o culturali. Sono state avanzate diverse spiegazioni, talvolta molto fantastiche, senza che si possa veramente spiegare questo fenomeno.

Si sa solamente che ciascun emisfero comanda la parte opposta del corpo. Da allora si è tentato d’immaginare che le attribuzioni dell’emisfero sinistro, in particolare il linguaggio, predispongono la mano destra a specializzarsi nei mezzi d’espressione tipicamente umani quali il disegno e la scrittura.

Dai primi giorni, in ogni caso, il bambino presenta delle manifestazioni d’asimmetrica funzionale.

Per esempio i 3/4 dei neonati avanzano il piede destro durante l’esercizio della marcia automatica. Essi ruotano anche maggiormente la testa a destra nella posizione sdraiata sul dorso. Le premesse della lateralità manuale appaiono più tardi, all’incirca ad otto mesi, con una preferenza per la mano destra.

Quest’ultima si accentua, generalmente, con il trascorrere dei mesi e degli anni. Nel corso del secondo anno, sembra stabilirsi bene la specializzazione dell’emisfero sinistro per il linguaggio.

Il completamento della lateralizzazione avviene teoricamente tra i 12 e i 14 anni. Può anche essere molto più precoce e la lateralizzazione sarà tanto più marcata nell’età adulta.

Ma certamente succede che tale dominanza non sia chiaramente stabilita e che si cambi di lato in funzione dei compiti da effettuare. Si disegna con una mano e si lancia una palla con l’altra. Talvolta succede che si cambia mano secondo che si scriva alla lavagna o su un quaderno!

Si conoscono anche casi d’inversione. Pelé era destro con la mano, ma calciava meravigliosamente con il piede sinistro.

Classicamente si parla di soggetti “mal lateralizzati”. Per evitare una connotazione negativa preferiamo utilizzare i termini di “lateralità debole” nel primo caso e di “lateralità incrociata” nel secondo. Tra queste differenti lateralizzazioni sono numerose le combinazioni, tanto più che si trova un grande numero di organi lateralizzati: le mani, gli occhi, le spalle, le anche, le gambe ed i piedi.