Gli organi direttivi

La maggior parte degli organi che compongono il nostro corpo esiste in doppio esemplare, l’uno a destra e l’altro a sinistra.

La simmetria è quasi perfetta. Tuttavia esistono alcune differenze sul piano morfologico (lunghezza delle ossa, dimensione dei muscoli) e anche sul piano funzionale.

Tutti sanno che non si utilizza la mano destra completamente come la mano sinistra. Invece si ignora spesso che è la stessa cosa per l’occhio, la gamba, il piede e l’orecchio.

Si definisce come organo direttivo quello di cui ci si serve spontaneamente per effettuare un lavoro. È generalmente più abile, più vivo, più sensibile o più forte del suo omologo simmetrico.

Tutto ciò semplifica la vita. Ogni volta che prendiamo un oggetto non ci chiediamo con quale mano dobbiamo farlo. Si può quindi vedere il fenomeno della lateralizzazione come un adattamento intelligente del corpo. Oltre al guadagno di tempo, ci si assicura anche di poter realizzare delle azioni complesse.

Quando si allacciano le scarpe, i compiti sono ben ripartiti tra la mano destra e la sinistra e tutto ciò si fa in modo meccanico.

Infine si guadagna in efficacia. A forza di essere sollecitato, il segmento dominante diventa più preciso, sia nella sua percezione cinestesica del mondo sia nel suo orientamento nello spazio.

Evidentemente la sede di questa abilità nuova si trova nel cervello. Le conoscenze sulla lateralizzazione sono progredite parallelamente alla conoscenza del cervello.

Tutto inizia nel 1865 con i lavori di Jean-Pierre Broca sull’afasia. Il chirurgo francese percepì che le lesioni che determinano la perdita della parola si trovano sistematicamente nell’emisfero sinistro, mentre la stessa ferita a destra non produce i medesimi effetti.

Ne dedusse che ciascun emisfero non è lo specchio dell’altro, ma possiede proprie specificità.

Numerose osservazioni permettono di localizzare differenti funzioni come il linguaggio, la motricità, il riconoscimento di oggetti o di visi familiari, l’orientamento nello spazio, ecc.

Lo studio delle patologie è stato progressivamente rinforzato da altri metodi d’esplorazione, come l’ascolto dicotico di Broadbent, particolarmente impiegato da Kimura, e che consiste nel diffondere dei suoni differenti in ciascun orecchio per sapere quale fonte è preferibilmente presa in conto dal cervello; o il test di Wada, che consiste nell’addormentare una parte del cervello con iniezione di barbiturici, al fine di osservare quali conseguenze sono determinate sul piano comportamentale; o ancora lo studio in laboratorio delle performance di ciascun organo in reazione a stimoli verbali o luminosi.

Si scoprirà allora che, nella maggior parte degli individui, l’emisfero sinistro prende in carico le funzioni del linguaggio, della logica e del calcolo, mentre l’emisfero destro si specializza nella percezione dello spazio e nell’analisi di strutture spaziali e sonore complesse.

In un primo tempo si è stabilita una gerarchia dei compiti e si è considerato un “cervello sinistro” come dominante, il “cervello destro” come dominato.

Oggi si girano un po’ le spalle a questa visione delle cose. Infatti, queste due parti del cervello sono perfettamente complementari e tale organizzazione razionale del lavoro ci risparmia molte difficoltà.